Nel corso degli anni ho aiutato molti giovani nella vita professionale, per la scelta del percorso universitario e successivamente per muoversi nella ricerca di un lavoro; riscrivere insieme un curriculum vitae che valorizzasse le esperienze extra lavorative, i risultati raggiunti, la partecipazione ai team, i viaggi ; un cv scritto bene e d’effetto ma non troppo lungo, farli riflettere sui loro punti di forza, spingerli a migliorare le skills di base – le lingue, l’utilizzo del maggiori pacchetti software etc..- .
Ritengo che, rispetto alle generazioni precedenti, quella dei “Nativi digitali” i famosi “Millenials” sia più cosciente della situazione di mercato, delle skills necessarie, delle difficoltà da superare per un giusto incontro tra domanda e offerta, a volte, sembra non abbiano quasi più bisogno di aiuti esterni;
Mi è successo però, recentemente, di sentire da loro frasi che mi hanno fatto riflettere:
“… ho capito che non me la sento di andare lontano dalla mia città”
“…la mia amica ha scoperto che solo parte del suo lavoro le piace, ed ora è disperata!”
“…nella vita privata non sono così bravo come nel lavoro”
Ma, allora, di cosa hanno bisogno i nostri supereroi affinché possano sbocciare al massimo delle loro capacità? Credo abbiano bisogno di un Coach che:
Non si concentri sulle skills tecniche, sull’analisi del mercato perché ne sanno spesso più di chi sta loro di fronte, come ricercare le informazioni necessarie, fare network ed aiutarsi.
Dia loro qualche strumento di auto riflessione o auto analisi sulle “soft skills”, le capacità trasversali che servono per muoversi nella relazione, che possano utilizzare in modo autonomo
Li faccia riflettere sui loro Valori e Credenze profonde e li faccia “sognare” e visualizzare il futuro che desiderano.
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