Tutte le ricerche a livello mondiale riguardanti le conseguenze psicologiche della povertà o della mancanza di un sicurezza economica a lungo termine, hanno provato che le persone con un lavoro continuativo, che garantisca “stabilità finanziaria” – non ricchezza – hanno maggiore propensione a prendersi cura della loro salute, ad incrementare relazioni ed autostima, a praticare attività fisica, ad avere, in sintesi, una vita maggiormente equilibrata. I disoccupati, per contro, tendono ad avere una salute e un benessere significativamente peggiori rispetto alle persone che svolgono un lavoro retribuito. Con centinaia di studi empirici, questa è una delle scoperte più persistenti nella ricerca in scienze sociali e vale per tempo e luogo.
Se tutti potessimo contare su un UBI mensile (Unconditional Basic Income) pensiamo per un attimo a come cambierebbero le nostre Visioni, la nostre Scelte – o la fretta con cui le facciamo – come guarderemmo diversamente la prospettiva del nostro futuro?
Nel modello di “personal Business Model” sappiamo che i blocchi “COSTI” e “RICAVI” dovrebbero essere almeno in equilibrio (costi=ricavi) nel migliore dei casi, i ricavi superare i costi. Costi e ricavi vengono così individuati e definiti:
COSTI =
Tempo
Energia
Flessibilità
RICAVI =
Salario
Benefits
Riconoscimenti
Ma nel momento di incertezza dei ricavi, ai costi normali si aggiungono Stress, Disequilibrio, Perdita di Energia. Questa situazione di incertezza toglie tempo ed energie psico fisiche agli altri blocchi: allo sviluppo di partnership e alla ricerca di alleati, alle risorse per la formazione o agli investimenti per il miglioramento del marketing verso gli attuali e futuri clienti.
Marie Jahoda - psicologo sociale - sostiene che il problema principale per i disoccupati (ma aggiungo anche per tutte quelle categorie deboli che lavorano su progetti, che vengono pagati saltuariamente e con entrate incostanti) è che non sono in grado di accedere a tutti i beni positivi forniti dall'occupazione: struttura temporale, attività sociale, lavoro di squadra, attività e status regolari. In altre parole, c'è qualcosa di unico e prezioso nel lavoro retribuito per la salute e la felicità umana. Il modo migliore per affrontare gli effetti nocivi della disoccupazione è quindi promuovere il lavoro in tutti i modi possibili.
In una realtà economica e sociale come quella attuale, chi oggi ha una situazione bilanciata può, senza molta immaginazione, trovarsi sbilanciato in breve tempo, io stessa ho vissuto in passato momenti di grande difficoltà. Credo che una migliore conoscenza delle proprie competenze, la profonda riflessione ed una progettazione del proprio percorso individuale, possa aiutare a sentirsi meno impreparati - soprattutto a livello psicologico - per i momenti bui, che potrebbero arrivare.
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